domenica 16 dicembre 2012

Premio Eurosolar 2012: a Torino Porta Susa

E’ dato certo che il la green economy è un valido sistema per la  tutela del patrimonio del pianeta e risparmio energetico, non solo, tutto il comparto green riesce a far risparmiare chi lo sceglie abbattendo i prezzi energetici .

La green economy e sopratutto i pannelli fotovoltaici rincorrono una nuova sfida, quella di entrare  a far  parte integrante nel design architettonico di edifici e strutture, armonizzandosi con l’urbanistica cittadina.

La Eurosolar, un’associazione no profit, ha indetto un concorso per incentivare nuovi progetti nel campo dell’architettura ecologica, dell’urbanistica responsabile e della mobilità urbana ecosostenibile. Il Premio Eurosolar,  tenutosi a Berlino, quest’anno è stato vinto dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa. La stazione di Torino Porta Susa, una delle più grandi di Europa,  durante il restyling per l’Alta Velocità,  è diventato, come è noto, uno  hub di interscambio per la linea ferroviaria tra Parigi e Roma. Con la ristrutturazione è stata rifatta la copertura del corpo stazione, realizzata per due terzi con il fotovoltaico che soddisfa quasi tutto il fabbisogno energetico del terminal ferroviario. Per non far mancare la trasparenza al baldacchino solare, ogni pannello è stato appositamente tagliato dando inoltre una forma ondulata particolarmente bella alla vista.

La copertura ha un’estensione di oltre 10.000 mq che eroga una potenza di 600 KW, dimostrando con semplicità come architettura ed efficienza fotovoltaica possano coniugarsi alla perfezione.

La realizzazione del progetto è stata eseguita da un consorzio costituito tra gli studi parigini Arep SA e Silvio d’Ascia, un architetto italiano che vive e lavora a Parigi. Il consorzio, in cooperazione anche col docente di architettura torinese Agostino Magnaghi. Hanno preso lo spunto dalle celebri gallerie del ’900 e dei portici diffusi in molte città, tra cui anche Torino. Anche le Ferrovie dello Stato hanno contribuito alla realizzazione del nuovo restyling, definendo quest’opera come uno dei fiori all’occhiello delle nuove stazioni Alta Velocità italiane, anche per via una nuova e innovativa interpretazione del rapporto tra il sistema ferroviario e quello viario delle grandi città italiane.

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