lunedì 29 aprile 2013

In Mauritania il più grosso impianto fotovoltaico d'Africa

Nei Paesi in via di sviluppo, la domanda di energia elettrica è garantita da generatori diesel che ne rendono alto il prezzo, soprattutto negli arcipelaghi. Come già avvenuto in Tonga, Afghanistan e Seychelles, anche in Mauritania, dove negli ultimi anni è aumentata fortemente la domanda energetica, nei pressi della sua Capitale è stata realizzata una centrale ad energia solare.


L’impianto fotovoltaico, che è uno dei più grandi dell’Africa (30 mila pannelli solari), ha una potenza installata di 15 Mw, coprendo il 10% della capacità elettrica del paese. Inoltre, permetterà l’abbattimento di circa 21 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Il costo di questa prima parte dello Sheikh Zayed Solar Power Plant , così è chiamato il piano energetico del Paese, è di 32 mila dollari ed eviterà il problema dei continui black out dell’erogazione di energia elettrica.


I lavori della costruzione della centrale solare saranno eseguiti dalla Masdar, la società di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, che si occupa della produzione di energia rinnovabile. Gli Emirati Arabi, come afferma lo sceicco Saeed, da diverso tempo hanno adottato questo supporto filantropico per aiutare i progetti di crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo. L’elettrificazione del Paese per mezzo delle centrali ad energia solare, è un punto fondamentale per lo sviluppo di nuove opportunità economiche e sociali della Mauritania, garantendo a tutti l’accesso ai servizi di base. In più è un impegno preso a favore del programma Year of Sustainable Energy for All delle Nazioni Unite per affrontare in maniera decisa il problema delle emissioni di anidride carbonica e dell’inquinamento della terra.


Se l’ipotesi sul raddoppio della domanda di energia entro il 2030 è vera, è lecito pensare che le fonti rinnovabili avranno un ruolo fondamentale, soprattutto in quei Paesi dove la domanda di energia sta rapidamente superando l’offerta.



In Mauritania il più grosso impianto fotovoltaico d'Africa

Nuovo collettore fotovoltaico sperimentato da IBM

Nei laboratori della IBM di Zurigo, è allo studio un nuovo prototipo di collettore fotovoltaico. Lo studio, finanziato con 2,4 milioni di euro dalla Swiss Commission, segue la strada aperta dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology per il superamento della soglia del 33% di efficienza produttiva.


Si chiama IBM HCPVT (High Concentration PhotoVoltaic Thermal) e, concentrando la luce solare in punti ben precisi, sarebbe in grado di raggiungere anche l’80% di efficienza. Normalmente, se si focalizza la luce solare in un punto, questo raggiungerebbe una temperatura abbastanza alta causando uno scioglimento dei materiali stessi (hot spot). Il collettore IBM, invece, grazie ad un innovativo sistema di microcanali di raffreddamento, che funge da scambiatore di calore, si riesce a mantenere la temperatura di tutto l’impianto fotovoltaico, sotto il livello di sicurezza.


Il collettore è composto di un grande piatto parabolico, al cui interno sono posizionati numerosi specchi, il cui scopo è di indirizzare la luce del sole verso un punto ben preciso, seguendone anche il suo spostamento. Il raffreddamento del collettore, come specificato prima, è garantito da microcanali a liquido che permettono il mantenimento della temperatura sotto i livelli di guardia. Il chip fotovoltaiche a tripla giunzione, ha la dimensione di 1x1cm e, se il soleggiamento è costante, producono circa dai 200 ai 250 watt di energia. I costi, a parità di potenza ottenuta ( 25 Kw) e grazie anche all’utilizzo di cementi e metalli pressofusi, sono piuttosto bassi. Nonostante tutti questi risultati, non si sa ancora quando saranno commercializzati


Prendendo come riferimento un rapporto fatto nel 2009 da Greenpeace, dove si afferma che sfruttare il 2% della superficie del Sahara, permetterebbe di produrre l’energia necessaria per il fabbisogno globale, l’utilizzo dei collettori IBM in punti ben determinati, eviterebbe lo sfruttamento di grosse aree per l’installazione di campi fotovoltaici e abbassandone i costi di produzione.



Nuovo collettore fotovoltaico sperimentato da IBM

venerdì 26 aprile 2013

Arredo urbano rivoluzionario: pensilina fotovoltaica

La tecnologia fotovoltaica persegue due strade: quella per migliorare l’efficienza dei moduli fotovoltaici e l’integrazione architettonica per rendere le città sempre più green. Questi due concetti sono prioritari sia per i privati sia per le pubbliche amministrazioni, che cercano nel fotovoltaico, oltre al risparmio, anche un’ecosostenibilità urbana.


Per quanto riguarda l’ambito urbano, oltre ai nuovi materiali edili fotovoltaici, gli arredi urbani sono un ottimo campo di sviluppo della tecnologia ad emissione zero. Un esempio è la pensilina fotovoltaica. Questo nuovo prodotto, permette di trasformare tettoie e coperture da semplici ripari a superfici produttive. La sua applicazione è principalmente usata nelle coperture dei park auto esterni, perché da la possibilità ai possessori di veicoli elettrici di caricarne le batterie. Altre possibilità d’utilizzo possono essere la copertura di terrazzi in sostituzione della classica tenda, le pensiline delle fermate degli autobus o per il servizio di bike sharing, dando la possibilità a chiunque di ricaricare o utilizzare un qualsiasi mobile device. A Roma, nell’aprile del 2012, il Comune aveva inaugurato tre pensiline fotovoltaiche sperimentali, per ricaricare autoveicoli elettrici.


Il fotovoltaici integrato alle pensiline può essere del tipo ad isola (stand alone), cioè senza alcuna connessione alla rete elettrica, oppure connesso in immissione e prelievo alla rete elettrica generale. Nello stand alone,viene immagazzinata in accumulatori per essere utilizzata come corrente continua o, per mezzo di inverter, in corrente alternata e la sua utilità la troviamo in luoghi dove portare una rete elettrica risulta troppo oneroso o non accessibile. Quelle connesse alla rete, invece, immettono l’energia, in eccedenza, in quest’ultima, quando producono e la prelevano da essa, quando i pannelli non producono; in questo caso si risparmia sul costo degli accumulatori.


L’incentivo statale per le pensiline fotovoltaiche è equiparato a quello per le barriere acustiche, pergole e tettoie e la quota incentivante riconosciuta, è la media tra quella assegnata ad impianti fotovoltaici installati su edifici e quelli no.



Arredo urbano rivoluzionario: pensilina fotovoltaica

Una centrale fotovoltaica su una discarica. Accade a Paese nel trevisano

Paese, nel trevisano, qui nasce un progetto unico nel suo genere in Europa. Grazie ad un finanziamento di 7 milioni di euro da parte della Regione, da restituire in 15 anni, più un contributo a fondo perduto di 300 mila euro, Paese ha convertito la discarica Tiretta in una centrale fotovoltaica per la produzione di energia pulita. La spesa, come fa sapere il sindaco, non inciderà sul bilancio comunale, perché una parte dell’energia prodotta sarà venduta ad altri comuni del territorio, che sono: Monastier, Morgano, Arcade e Zenson.


La centrale, inaugurata i primi di aprile, è costituita da 5 impianti fotovoltaici per un totale di 3.630 moduli fotovoltaici flessibili CIGS (a film sottile), posizionati, mediante una membrana elastica, direttamente sul terreno. E’ stata scelta questa soluzione, perché, la decomposizione dei rifiuti presenti nel sottosuolo, può creare smottamenti o rigonfiamenti del terreno; quindi, i moduli fotovoltaici potranno adattarsi ai cambiamenti della conformazione del terreno, garantendo un funzionamento continuo dell’impianto. Ha una potenza di picco di 1 Mw, pari a 1 milione di Kwh l’anno, che coprirà il consumo energetico di 350 gruppi famigliari, per un fabbisogno medio di 1000 persone. Questo tipo di tecnologia è stata utilizzata, finora, solo negli stati americani del Texas e della Georgia.


La bonifica, la progettazione della centrale fotovoltaica e la sua gestione, sono a carico del Consorzio Priula, un’azienda intercomunale che gestisce il ciclo dei rifiuti urbani di 24 comuni della provincia di Treviso.


La discarica Tiretta, era stata creata in una vecchia cava di pietra. Poi, a causa di alcuni problemi dovuti all’impermeabilizzazione del sito che rischiava di inquinare della falda acquifera, è stata chiusa. Ora, grazie ad una riqualificazione ambientale e alla sua messa in sicurezza, la discarica più inquinante del veneto, è diventata una risorsa energetica ad emissioni zero.



Una centrale fotovoltaica su una discarica. Accade a Paese nel trevisano

mercoledì 24 aprile 2013

Crisi nel mercato degli inverter?I cinesi assediano il mercato mondiale

Dopo la crisi delle celle fotovoltaiche dovuta all’entrata del prodotto cinese sui mercati, prodotto che notoriamente costa meno e che ha leso il comparto tanto da spingere l’UE a chiedere agli Stati membri di sovvenzionare il prodotto made in Euripo,  anche il brand degli inverter fotovoltaici sta retrocedendo, anche qui c’è l’invasione cinese. Questa situazione di mercato è dimostrata nell’ultimo report, The Global PV Inverter Landscape 2013, della GTM Research, società d’analisi di mercato.


Chi risentirà della concorrenza dei prodotti low cost asiatici, saranno i produttori europei d’inverter fotovoltaici. Questo, sempre secondo GTM, porterà alla diffusione dei Module Level Power Electronics (MLPE), inverter che hanno le dimensioni dei moduli fotovoltaici. Le loro peculiarità principali sono il costo più basso e, nel caso dell’ombreggiamento, un’efficienza superiore del 12% rispetto agli inverter normali. Nel 2009, gli MLPE venduti erano pari a una potenza di circa 51 Mw, mentre nel 2012 hanno raggiunto i 785 MW. Questo boom è dovuto al loro utilizzo anche nei grandi parchi fotovoltaici, mentre prima erano utilizzati solo per impianti fotovoltaici residenziali, per le loro ottime qualità e prestazioni.


Cina, Giappone e Stati Uniti, nel corso del 2013, saranno i principali mercati di questo ramo del fotovoltaico, mentre nei tre anni a venire, si avrà uno sviluppo dei mercati emergenti, che porterà alcuni produttori di inverter a sparire. MJ Shiao, senior analyst di GTM Research, prospetta un possibile scenario, dove i grossi produttori entreranno in competizione con l’emergente mercato low cost. E’ il caso di SMA, produttrice leader di inverter solari, la quale, per continuare a dominare il mercato, sarà costretta a fare ristrutturazioni, fusioni o quant’altro.



Crisi nel mercato degli inverter?I cinesi assediano il mercato mondiale

martedì 23 aprile 2013

Assoelettrica contesta dati di Irex

L’Assoelettrica, l’associazione nazionale delle imprese elettriche, mette in dubbio i dati presentati durante il convegno “Nuove energie, nuove strategie”, da Althesys, società di consulenza nel settore ambiente ed energia, all’annuale Irex Report , in riferimento alla convenienza del fotovoltaico in termini di diminuzione dei costi energetici.


Secondo quanto afferma Althesys, nel 2012 la differenza tra il Prezzo Unico Nazionale (PUN) nelle ore di picco in cui gli impianti fotovoltaici producono energia e il PUN delle ore di picco quando l’assorbono, è variata tra gli 8 e i 42 €/MWh, contro i 2-14 €/MWh dell’anno precedente. Questo ha permesso un risparmio di circa 1,42 miliardi di euro nel 2012, contro i 396 milioni del 2011, cioè quasi il quadruplo.


Secondo Assoelettrica però, il dato ha solo variato il valore delle medie orarie dei prezzi di Borsa, per cui il picco di prezzo non corrisponde alla massima domanda di energia, facendo chiudere il conto finale in pareggio e senza nessun beneficio effettivo. Tutto questo senza influenzare il prezzo complessivo che i consumatori hanno pagato e sui quali grava invece interamente l’onere degli incentivi del Quinto Conto Energia: 6,7 miliardi di euro all’anno.


Il dubbio sollevato da Assoelettrica è già stato chiarito nel report. Infatti la diminuzione dei prezzi dell’energia prodotta da un impianto fotovoltaico nelle ore diurne (peak shaving), ha comportato il conseguente aumento di quelli delle ore serali, quando l’impianto non è in produzione. L’aumento del picco serale, nel 2012, ha fatto aumentare l’onere di 586 milioni di euro, rispetto all’anno precedente. Facendo un calcolo molto prudente, se a 1,42 miliardi di euro sottraiamo i circa 586 milioni dell’onere, rimangono circa 838 milioni di euro. Il risultato ottenuto dimostra l’effettivo beneficio della riduzione del prezzo dovuta al fotovoltaico nella fascia diurna.



Assoelettrica contesta dati di Irex

Italia: il successo dell'energia da fonti rinnovabili. Dati eccellenti

Il GSE in un report, elaborato dalla School of Management del Politecnico di Milano sulle fonti rinnovabili elettriche,  ha dimostrato che , dal 2008 al 2012, l’Italia ha raddoppiato la potenza installata dei propri impianti per la produzione di energia di tali fonti, passando dai 23,6 Gw del 2008 ai 49,2 Gw del 2012. L’aumento più consistente è quello del fotovoltaico, cresciuto con una media annua del 105%, mentre più contenuti quello dell’eolico e delle biomasse, con circa il 20% crescita annua.


Il report,  nella parte relativa alle  biomasse, mette in luce che il biogas agricolo, negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo significativo con un aumento di potenza installata di 266 Mw nel 2011 e di 264 Mw nel 2012. Aggiungendo anche gli impianti a biogas da discarica, a fine 2012 la potenza totale installata ha superato la soglia di 1 Gw. Questi aumenti si sono sentiti anche nei volumi d’affari per quanto riguarda la filiera del biogas, passando dai 900 milioni di euro del 2010 ai 2 miliardi di euro di fine 2012.


Per l’eolico, invece, vi è stato un rallentamento; difatti si è avuto solo un aumento annuo di circa 1,2 Gw e nel prossimo triennio, sempre dai dati del report, vi sarà un aumento di circa 600 Mw. Nonostante questa flessione, l’Italia risulta il terzo paese europeo per potenza eolica installata con 8,14 Gw. Il volume d’affari della filiera dell’eolico, a fine 2012, ha raggiunto i 4 miliardi di euro.


Ancora dal report del Politecnico, ottemperare a quattro dei sette punti previsti dal Decreto Interministeriale del 2013 sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN), cioè riduzione dei costi energetici, il raggiungimento e il superamento di tutti gli obiettivi europei per quanto riguarda l’ambiente, la maggiore sicurezza di approvvigionamento e lo sviluppo industriale del settore energetico, permetterebbe all’Italia di diventare leader in Europa.



Italia: il successo dell'energia da fonti rinnovabili. Dati eccellenti

lunedì 22 aprile 2013

Fotovoltaico integrato: tutto quello che devi sapere

Il  BIPV, Building-integrated photovoltaics, è una sigla che identifica i materiali fotovoltaici integrati utilizzati per la sostituire i materiali edilizi tradizionali come il tetto, i lucernari o le facciate. Il fotovoltaico integrato ed i materiali ad esso connessi  sono sempre più utilizzati nella costruzione di nuovi edifici e o ristrutturazione di quelli già esistenti, e possono essere usati come fonte principale o accessoria di energia elettrica. La differenza dei BIPV rispetto ai comuni impianti non integrati, è la compensazione del loro costo iniziale, che permette di ridurre l’importo speso per i materiali da costruzione tradizionali e la manodopera. Questo vantaggio li rende uno dei segmenti in più rapida crescita del settore fotovoltaico.

I moduli fotovoltaici integrati si diversificano in base all’utilizzo:



  • Tetti piani: il modulo più utilizzato è una cella solare a film sottile integrata in un polimero flessibile ed è impiegato come membrana di copertura per questo tipo di tetto.

  • Tetti inclinati: i moduli sono progettati come le regolari tegole, con incorporato una cella flessibile a film sottile. In questo modo si allunga la vita della tegola solare, proteggendo l’isolamento e le membrane sottostanti dai raggi ultravioletti e il degrado dall’acqua.

  • Facciate: i moduli possono essere installati su edifici esistenti, dandogli così un aspetto completamente nuovo, che ne migliora l’estetica e il suo valore di rivendita.

  • Vetri: sono moduli semi trasparenti che possono essere utilizzati per sostituire una serie di elementi architettonici comunemente realizzati con vetro o materiali simili, come finestre e lucernari.


Solitamente, il rivestimento interno dei pannelli solari trasparenti è costituito da ossido di stagno, che permette di condurre la corrente elettrica fuori dalla cella. La cella stessa contiene ossido di titanio che è rivestito con un colorante fotoelettrico. Il tipo tradizionale, di queste celle solari, sfrutta la luce visibile e l’infrarosso, mentre quelle di nuova concezione, utilizzano anche la componente ultravioletta della luce solare.

In alcuni Paesi sono concessi incentivi aggiuntivi o sovvenzioni per la costruzione d’impianti fotovoltaici integrati, oltre alle tariffe di favore (feed-in) già esistenti per i sistemi fotovoltaici stand-alone. Un esempio è la Francia, che per i BIPV ha concesso 0,25 euro a Kwh, che vanno ad aggiungersi ai 0,30 euro per gli impianti fotovoltaici tradizionali. Questi incentivi sono offerti sotto forma di un tasso pagato per l’elettricità prodotta in surplus e immessa nella rete elettrica.



Fotovoltaico integrato: tutto quello che devi sapere

Utilizzo omogeneo dell'energia. Fotovoltaico e riscaldamento elettrico

Con la fine degli incentivi statali, un privato o un’azienda, che decidessero di installare un impianto fotovoltaico o di altre fonti rinnovabili potrebbero puntare solo ed esclusivamente sull’autoconsumo.


L’autoconsumo, in primo luogo, permette un risparmio maggiore, evitando, così, l’acquisto d’energia elettrica dalla rete tradizionale, e, in secondo luogo, permette di ammortizzare la spesa sostenuta per l’installazione. Il massimo rendimento con l’autoconsumo, si ha nel momento in cui l’impianto entra in produzione.


Questa prerogativa dell’impianto fotovoltaico, può essere utilizzata per il funzionamento degli elettrodomestici oppure per il riscaldamento. A riguardo, un’idea innovativa che mette in connubio il comfort e l’energia pulita, è il riscaldamento elettrico radiante a pavimento. Questo metodo di riscaldamento per ambienti, offre efficienza ed economicità rispetto a quello tradizionale con caldaia a gas metano o gasolio.


Utilizzando particolari resistenze, come i nastri di metallo amorfo da porre poco sotto il pavimento ed isolandolo elettricamente, permette un riscaldamento ottimale dei locali interni. Il vantaggio di questo sistema elettrico radiante a pavimento, è l’efficacia e l’omogeneità nella distribuzione del calore, riducendo gli sprechi energetici ottimizzandone il consumo.


Per ottenere un ottimale riscaldamento di una casa, oltre ad un efficiente isolamento termico dell’edificio, è sufficiente ricoprire dal 65% al 80% della superficie calpestabile dei locali, rispettando, allo stesso tempo, l’ambiente e le direttive europee sull’efficienza energetica.


I vantaggi di un riscaldamento elettrico radiante abbinato al fotovoltaico sono i seguenti:


i costi per il riscaldamento sono più bassi degli impianti a gas, escludendo, così, anche i costi di manutenzione annuale ed eliminando i pericoli legati al gas;

è eco-compatibile, perché non ha scarichi inquinanti in atmosfera;

riduce gli sprechi energetici, grazie alla distribuzione omogenea dal basso e la sua posa in opera non richiede particolari competenze.

In commercio vi sono diverse soluzioni, che vanno da sistemi alimentati direttamente dalla tensione di rete (230 V), a quelli alimentati, mediante trasformatori di tensione, a 24 o 48 Volt. Se si aggiunge anche una centralina di gestione dei carichi elettrici, che controlla e regola l’assorbimento di corrente istantaneo, si riducono, ulteriormente, gli sprechi e l’utente potrà utilizzare tutti gli elettrodomestici, senza che ne risenta l’impianto radiante, perché quest’ultimo modula in base alla corrente disponibile.

I prezzi di questo tipo d’impianto sono accessibililissimi. Ad esempio, un kit comprendente una matassa di metallo amorfo da 300 watt, per una superficie di 3 mq, con un cronotermostato, viene circa 400 euro. Un kit da 600 watt, per una superficie di 6 mq, con un cronotermostato, viene circa 550 euro.



Utilizzo omogeneo dell'energia. Fotovoltaico e riscaldamento elettrico

venerdì 19 aprile 2013

Fotovoltaico: con l'autoconsumo si risparmia anche senza incentivi?

Fotovoltaico e incentivi per molto tempo sono andati quasi abbracciati, e, la paura di perdere gli incentivi da un pò tremare, e se non fosse proprio così?


Con la  grid parity infatti le fonti rinnovabili saranno  più convenienti. La grid parity non deve essere solo quella generale ma si può definire nel medesimo modo la situazione in cui l’impianto fotovoltaico produce e rende, in quel momento sarà veramente conveniente avere installato un impianto fotovoltaico incentivi o no perchè si guadagnerà e non poco.


I vari Conti Energia, oltre alle quote incentivanti, garantivano il recupero della spesa e un guadagno sul costo della bolletta, nell’arco dei 20 anni di vita di un impianto fotovoltaico. Ora che gli incentivi sono oramai esauriti, ad esclusione di altre forme di finanziamento, il recupero del costo di installazione dipende da due fattori: il prezzo chiavi in mano, che fa diminuire il costo nel tempo, e la quota di autoconsumo, che evita il prelievo di energia dalla rete.


Per autoconsumo, si intende autoconsumo in sito, cioè effettuato nel momento stesso in cui l’impianto produce energia elettrica. Da qui, l’elettricità prodotta ha due possibilità: l’autoconsumo istantaneo, se l’utenza richiede energia, o l’immissione in rete, quando l’utenza non la utilizza.


Se poi parliamo di impianti in scambio sul posto, con il 50% o più di autoconsumo il fotovoltaico è, ad oggi, più conveniente rispetto all’acquisto di energia dalla rete. In poche parole, con questa percentuale l’impianto è già in grid parity, grazie alla minore quantità d’energia acquistata dalla rete.


Con la continua diminuzione dei costi della filiera del fotovoltaico, dalla lavorazione del silicio fino all’installazione chiavi in mano, alla fine del 2013, per le famiglie e le Pubbliche Amministrazioni, si stima che il costo del chilowattora prodotto dal fotovoltaico potrà eguagliare ampiamente il costo dell’energia pagata in bolletta dalla maggior parte delle utenze in Italia.


Da vari studi sul mercato del fotovoltaico non incentivato, risulta che quest’ultimo crescerà nei prossimi anni, grazie, anche, ai risparmi che si potranno avere sulle singole utenze e si svilupperà in maniera graduale rispetto a quello avuto finora con gli incentivi statali. Inoltre, per Germania,  Spagna e Italia il mercato si consoliderà ed entro il 2020 si potranno avere 45 Gw di potenza installata, pari a circa il 10% della domanda elettrica.



Fotovoltaico: con l'autoconsumo si risparmia anche senza incentivi?

giovedì 18 aprile 2013

Fotovoltaico: nuovi contributi? Ecco come risparmiare

I contributi per il fotovoltaico, che vengono erogati attualmente, non hanno nulla a che vedere con il Conto Energia, e, in alcuni casi, sono cumulabili con esso. I contributi possono essere erogati per mezzo di bandi, soprattutto a livello regionale e la maggior parte dei programmi di sostegno sono rivolti alle aziende o ai Comuni.


Ogni regione, a riguardo, seguendo delle linee guida indicate dalla legislazione nazionale, erogano dei contributi per mezzo di finanziamenti a tassi agevolati e di contributi a fondo perduto rivolti, principalmente a privati, aziende o enti pubblici. Nei bandi sono sempre riportati, in maniera dettagliata requisiti, destinatari, criteri d’accesso, modalità di erogazione e durata.


Riguardo la cumulabilità fra contributi e incentivi dei Conti Energia, ad esempio, un impianto inferiore ai 20 Kw realizzato su edificio, può cumulare i contributi in conto capitale fino al 30% del costo di investimento e, in alcuni casi, anche oltre il 50%. Lo stesso discorso va fatto per gli impianti posti su aree oggetto di bonifica, situati su siti contaminati (solo nel caso in cui il titolare dell’impianto ne esegua la bonifica) e per gli impianti fotovoltaici con caratteristiche innovative.


Per quanto riguarda le detrazioni IRPEF al 50 o al 36%, anche queste non sono da considerarsi contributi statali o regionali al fotovoltaico, però, a differenza degli incentivi dei Conti Energia, possono essere, eventualmente, cumulabili entrambi.


Riguardo ai contributi pubblici al fotovoltaico, invece, si parla in genere di contributi a fondo perduto messi a disposizione in conto capitale, di solito calcolato in percentuale sulle spese totali di investimento, o in un fondo per finanziamenti a tassi agevolati, messo a disposizione dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia o anche da singoli Comuni. Possono mettere a disposizione contributi e finanziamenti agevolati, anche le società private e miste (pubblico/privato), come la Cassa Depositi e Prestiti.



Fotovoltaico: nuovi contributi? Ecco come risparmiare

mercoledì 17 aprile 2013

Quinto Conto Energia, un anno dopo, ancora dubbi

Negli ultimi tempi sono aumentate le critiche verso le energie rinnovabili da parte di chi è contro tali tecnologie, i quali danno la colpa agli incentivi erogati dallo stato per passare al fotovoltaico, per l’aumento del caro bolletta.


L’associazione dei produttori pugliesi di energie rinnovabili, Distretto La Nuova Energia, controbatte le accuse, chiarendo che le energie fotovoltaiche e le altri tipi di fonti rinnovabili, permettono di abbassare i costi per la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, non il contrario


Giuseppe Bratta, presidente del Distretto, sostiene che l’energia pulita prodotta ha permesso di diminuire, oltre ai costi dell’energia nella fascia oraria di massima richiesta, la produzione di energia elettrica delle centrali termoelettriche e una minore richiesta di elettricità dall’estero  nel l’Italia, per quanto riguarda l’importazione di gas dall’esteri, nel corso del 2012 ha risparmiato 2 miliardi di euro.


Alla luce di questa affermazione, il Distretto propone a tutte le forze politiche e al futuro Governo, di erogare i contributi, finora solo a panneggio delle fonti fossili, anche a quelle rinnovabili, per permettere lo sviluppo della green economy. Si ipotizza, così, un Sesto Conto Energia solo per impianti fotovoltaici di privati ed aziende, per la copertura dei propri fabbisogni energetici.


Purtroppo, attualmente, non è possibile prevedere se vi sarà un evolversi della situazione legislativa riguardo alle energie rinnovali da qui ai mesi a venire, vista la mancanza di un Governo definitivo e stabile. Se ciò perdurasse, si avrebbe un rallentamento nello sviluppo produttivo di energia pulita, facendo perdere, così, parte dell’alto livello tecnologico e del know how raggiunti; senza contare la perdita di migliaia di posti di lavoro legati alle rinnovabili. Evitare tutto ciò è importante, sia per il nostro futuro energetico sia per la qualità della vita e dell’ambiente; questi ultimi legati alla diminuzione dei gas inquinanti, come il CO2, in atmosfera.



Quinto Conto Energia, un anno dopo, ancora dubbi

martedì 16 aprile 2013

GSE pubblica nuove regole applicative per il Conto Termico

Il Gestore del Servizio Energia ha finalmente pubblicato sul suo sito web la versione definitiva delle regole applicative del Conto termico. Nel documento sono riportate tutte le procedure tecniche riguardo all’incentivazione della produzione d’energia termica da impianti a fonti rinnovabili ed interventi d’efficienza energetica di piccole dimensioni.


Il giorno 11 del mese scorso, il GSE, aveva messo il documento in consultazione, chiedendo un parere alle aziende di settore, agli amministratori di condominio, alle Pubbliche Amministrazioni e alle Associazioni di consumatori e, in base alle loro osservazioni, ha fatto la stesura definitiva del documento.


Il Conto Termico prevede quote incentivanti per l’installazione di nuovi impianti atti a produrre energia termica da fonti rinnovabili e interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica. Lo stanziamento è di 900 milioni di euro annui, 700 per privati e imprese e 200 per le amministrazioni pubbliche.

Le linee guida dell’applicativo per accedere agli incentivi del Conto Termico sono le seguenti:



  • il soggetto responsabile, cioè quello che ha sostenuto direttamente le spese, deve presentare la scheda domanda al GSE entro 60 giorni dalla data di messa in esercizio;

  • per l’esecuzione di più interventi di miglioramento energetico relativi allo stesso edificio o unità immobiliare, realizzati nell’ambito di uno stesso progetto, dovrà essere presentata, in una sola scheda domanda, entro 60 giorni dalla fine dell’ultimo intervento;

  • l’esecuzione di interventi per l’utilizzo di un componente, un impianto o una parte di impianto realizzati o sostituiti per i quali si è già usufruito dell’incentivazione, non possono usufruire dei benefici del Conto Termico;

  • il soggetto responsabile dovrà inserire, accedendo all’area clienti del Gestore, tutti i dati relativi al sistema edificio-impianto e riceve un codice dal portale. In seguito dovrà inviare, per via telematica, ulteriori documenti, come l’eventuale delega o contratto con una Esco, le fatture e i bonifici effettuati;

  • il soggetto responsabile, dopo aver inserito le informazioni nella scheda domanda, deve verificare la scheda tecnica dove è riportato il riepilogo dei dati. Il Gestore effettuerà, poi, un’istruttoria per verificare la presenza di tutti i documenti e dei presupposti per usufruire degli incentivi. Se risulterà positiva, quest’ultimo verrà erogato tramite bonifico bancario su base annuale o, se non supera i 600 euro, in un’unica rata;

  • il soggetto responsabile, la cui documentazione, dopo l’istruttoria da parte del Gestore, risultasse incompleta, ha 30 giorni di tempo, dal ricevimento della comunicazione del Gestore, per inviare la documentazione mancante. Se, invece, mancassero i presupposti, ha tempo 10 giorni, dal ricevimento della comunicazione del preavviso di rigetto, per rispondere;

  • per l’esecuzione di interventi su impianti di potenza termica compresa tra 500 e 1000 Kw, oltre alla tenuta della documentazione e della presenza dei requisiti tecnici, è obbligatoria l’iscrizione del Soggetto Responsabile in appositi Registri informatici del Gestore. Il Bando relativo alla prima procedura sarà pubblicato entro il 29 aprile di quest’anno, cioè 20 giorni dopo la pubblicazione delle linee guida. Le domande d’iscrizione dovranno essere presentate entro 60 giorni da tale data;

  • 30 giorni prima della data d’inizio per la presentazione delle domande d’iscrizione ai Registri, ogni 31 marzo di ogni anno a partire dal 2014, saranno pubblicati successivi Bandi.



GSE pubblica nuove regole applicative per il Conto Termico

lunedì 15 aprile 2013

Prosegue la campagna Ikea per il fotovoltaico. Nuovo tetto a Le Mose

Le aziende europee sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’ecosostenibilità e del risparmio, quindi scelgono sempre più di passare alle rinnovabili per il loro bisogno energetico.


L’IKEA, il leader dell’arredamento fai da te, ha un progetto a breve termine, chiamato People & Planet Positive, per raggiungere, entro il 2020, l’indipendenza sia energetica sia di risorse, creando così un impatto positivo sull’ambiente e sulla vivibilità delle persone. L’investimento totale per l’installazione d’impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e per interventi di qualificazione energetica su edifici esistenti o di nuova costruzione, sarà di 44 milioni di euro.


Seguendo questa strategia, in una buona parte dei suoi punti vendita italiani sono stati installati impianti fotovoltaici, che permettono di produrre il 100% del loro fabbisogno energetico. L’ultimo nel suo polo logistico di Le Mose, a Piacenza.


L’impianto fotovoltaico, che coprirà i 300 mila metri quadri del tetto, sarà composto di 66.000 pannelli solari in silicio amorfo (Q Cells), che garantiranno una produzione energetica di 7,405 milioni di Kwh, sopperendo, quasi completamente, anche al fabbisogno dei suoi due magazzini, risparmiando, così, 4.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno immesse in atmosfera. L’investimento finanziario di tutta l’opera sarà di circa 14 milioni di euro.


L’IKEA spera che l’installazione della centrale ad energia solare, permetterà di risolvere le polemiche nate con i COBAS per questioni sindacali e di organico, permettendo di ridare fiducia alla comunità locale.


Andrea Colzani, Amministratore Delegato del polo logistico piacentino, ha dichiarato che Le Mose rimarrà un snodo molto importante per quanto riguarda lo stoccaggio e la spedizione dei prodotti IKEA e non diventerà mai un punto vendita, visto che ad alcuni chilometri di distanza ve ne sono già due. Inoltre, l’azienda svedese, spera che l’installazione della centrale ad energia solare, permetterà di risolvere le polemiche nate con i sindacati per questioni di organico, permettendo di ridare fiducia alla comunità locale.



Prosegue la campagna Ikea per il fotovoltaico. Nuovo tetto a Le Mose

Stand alone, impianti fotovoltaici particolari

Gli impianti fotovoltaici hanno diverse possibilità d’installazione; una di queste è lo stand alone. La stand alone è un sistema autonomo di accumulo ad isola  utilizzata quando si ha difficoltà di connettersi ad una rete elettrica oppure se l’allacciamento alla rete elettrica tradizionale non sia economicamente fattibile


Questo impianto off grid, può essere utilizzato in diversi modi: in piccoli impianti, come i lampioncini fotovoltaici per illuminare giardini o come vere e proprie reti elettriche locali autonome che permettono la copertura del fabbisogno energetico di intere aree disconnesse dalla rete elettrica tradizionale.


Il principio di funzionamento è semplice; i pannelli fotovoltaici trasformano in corrente continua la luce del sole e, per mezzo di un regolatore di carica, viene immagazzinata nelle batterie di accumulo oppure portata ad un inverter per essere trasformata in corrente alternata, permettendo un immediato utilizzo da parte dell’utenza.


Anche un classico impianto fotovoltaico domestico o industriale grid-connected, può considerarsi stand alone, l’unica differenza, però, è la modalità di produzione e utilizzo. Invece di avere un sistema di accumulo dell’energia prodotta, l’impianto è collegato direttamente alla rete elettrica tradizionale dove viene immessa l’energia pulita quando l’utenza non consuma e viene prelevata da essa quando l’impianto non produce


Gli impianti stand alone possono essere, anche, piccole reti locali autonome a cui energia elettrica è prodotta da altre fonti rinnovabili, come l’eolico o l’idro-elettrico e, addirittura, utilizzati per alimentare baite e rifugi oppure singoli edifici urbani. Infine si considerano tali anche i mini impianti per camper, barche e altri sistemi autonomi di ricarica.


L’unico neo di un impianto stand alone , compensato, però, dalla flessibilità di utilizzo e al risparmio economico, è il prezzo relativamente alto degli accumulatori per le fonti rinnovabili, ma anche gli studi sui sistemi di accumulo si sta evolvendo, il che porterà ad un sicuro ribasso dei prezzi.



Stand alone, impianti fotovoltaici particolari

venerdì 12 aprile 2013

Celle solari e raggi ultravioletti, un nuovo sistema di vulcanizzazione

Le celle solari per raggiungere la massima efficienza devono essere resistenti a tutte le avversità atmosferiche come neve, gelo o caldo torrido. Per poter avere queste caratteristiche, i produttori le rivestono con polimeri plastici tipo l’etilene vinil acetato (EVA). Il processo di rivestimento delle celle solari, detto vulcanizzazione, consiste nel racchiudere queste ultime, sotto forma di stringhe, fra due strati di film polimerico, precedentemente scaldato per ammorbidirlo, facendole, poi, passare sotto un laminatore per sigillarle con un trattamento termico sotto vuoto. Questo procedimento ha il vantaggio di rendere il prodotto resistente a sollecitazioni meccaniche e termiche, oltre che evitare il suo disassemblaggio. L’unico svantaggio, però, sono i costi elevati di produzione, a causa del lungo tempo di vulcanizzazione (20 minuti), che comporta l’utilizzo di molta energia.


Per poter limitare il problema, cioè abbassare i costi di produzione, alcuni ricercatori del Fraunhofer Center for Silicon Photovoltaics CSP, ad Halle, in Germania, in collaborazione con l’azienda chimica Lanxess, stanno lavorando alla creazione di un processo di vulcanizzazione più efficiente e meno dispendioso, in fatto di consumi energetici. I primi risultati ottenuti sono molto soddisfacenti; infatti, sono riusciti a dimezzare il tempo di laminazione portandolo da 20 a 8 minuti, permettendo, così, di plastificare il doppio del prodotto con il conseguente abbattimento dei costi di produzione.


L’idea del progetto è nata dal procedimento di vulcanizzazione rapida mediante l’esposizione ai raggi ultravioletti, utilizzato dalle stampanti ad inchiostro. I ricercatori hanno trasportato questo processo anche per la fabbricazione delle celle solari. Grazie all’utilizzo dei raggi ultravioletti, invece di usare un laminatoio a caldo, il film di polimero si salda nel giro di pochi minuti, senza modificare la qualità e le caratteristiche del prodotto. Vi sono ancora alcuni punti del procedimento da sviluppare e che riguardano quattro parametri: la quantità di raggi ultravioletti, il posizionamento della lampada a UV, la temperatura di saldatura e la velocità di avanzamento del prodotto sotto la lampada, per avere un’ottima vulcanizzazione dello stesso.



Celle solari e raggi ultravioletti, un nuovo sistema di vulcanizzazione

giovedì 11 aprile 2013

Una rete elettrica da fonti rinnovabili, idea europea

Creare piccole reti trasmissione d’energia elettrica da fonti rinnovabili e collegarle ad una rete principale, permetterebbe di sostituire la produzione d’energia da centrali tradizionali a fonte fossile.


Da tempo i sostenitori delle Energie rinnovabili sognano la realizzazione di una rete di piccole centrali energetiche in grado di sostituire i grandi impianti tradizionali. Finora quello che ha frenato l’evolversi di tale sistema, è l’incertezza generale che, un sistema decentrato per produrre elettricità, sia in grado di soddisfare il fabbisogno energetico industriale e abitativo, dando garanzia di continuità.


Questo è quanto sta portando avanti un gruppo di ricercatori europei su un prototipo virtuale di una centrale combinata, il Kombikraftwerk2. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, ha già dato dimostrazione di essere tecnicamente valido, visto che ogni produttore di elettricità da fonte rinnovabile, può immettere energia nella rete senza che questa risenta degli sbalzi di tensione.


Il prototipo, collegato Via Internet con 25 impianti d’energia rinnovabile, ha una potenza nominale di 120 Mw e, mediante un impianto di pompaggio e una centrale di controllo, garantisce una sicurezza di continuità d’energia prodotta, diminuendo i problemi causati dall’intermittenza delle fonti energetiche, dovute al sole o al vento, che a volte non sono presenti. Collegando più impianti alla stessa rete elettrica, l’energia prodotta in eccesso da una centrale può essere accumulata e utilizzata per sopperire alle mancanze della rete dovute al problema sopraccitato. Il prototipo sarà mostrato in occasione della fiera di Hannover, che si terrà nella cittadina tedesca dall’8 al 12 aprile.


Kaspar Knorr, project manager del progetto, e Kurt Rohrig, vicedirettore dell’Istituto Fraunhofer per l’energia del vento e per le tecnologie del sistema energetico dell’IWES, uno dei principali partner di Kombikraftwerk2, hanno dichiarato che l’utilizzo decentrato delle varie energie rinnovabili per la produzione di elettricità permetterà di dipendere sempre meno dalle fonti fossili, assicurando una continuità di servizio per il fabbisogno energetico.



Una rete elettrica da fonti rinnovabili, idea europea

mercoledì 10 aprile 2013

Complementi arredo urbano: nasce pensilina fotovoltaica Tan Tien

Dallo Studio Ekó, società di ingegneria ed efficienza energetica, da 2 anni impegnata nello studio di sistemi a energia rinnovabile, ha realizzato il progetto di una pensilina, alimentata solamente dall’energia solare, per caricare le auto elettriche in sosta sotto di essa.


La pensilina, chiamata Tan Tien, termine che deriva dal centro dell’energia secondo la medicina cinese, è una tettoia sotto la quale si possono parcheggiare auto e moto, caricare auto elettriche e fornire energia pulita per il fabbisogno energetico di un’immobili collegato ad essa. Un sistema di arredo urbano rivoluzionario ed ecocompatibile


Il design d’avanguardia di Tan Tien, può essere personalizzato nei materiali di costruzione e nei colori, che permetterà la sua installazione in qualsiasi ambiente, sia industriale che residenziale. Lo scopo con cui lo Studio Ekó ha approntato il progetto, è quello di fornire energia green sfruttando la luce solare e rendere le aree di sosta, pubbliche o private, ad impatto ambientale zero, offrendo allo stesso tempo tutti i benefici offerti dall’utilizzo dell’energia solare


La diffusione capillare delle pensiline fotovoltaiche nelle aree urbane e industriali, permetterebbe la creazione di piccole oasi green per incrementare la diffusione delle auto elettriche. Andando nel dettaglio, la pensilina ad energia solare è dotata di inverter SMA Italia modello Sunny Tripower, moduli fotovoltaici Energiebau Italia e sistema di ricarica Scame ed è stata progettata, esclusivamente, per essere utilizzata in ambienti esterni.


Il Direttore Generale e Ad di SMA Italia, Valerio Natalizia, fa presente che l’impegno dell’azienda è quello di formare più partnership nell’ambito delle rinnovabili, cercando di inserire nei contesti urbani, sempre più soluzioni energetiche ad impatto ambientale zero.


Il prototipo, visto che è curato molto dal punto di vista architettonico, sarà presentato per la prima volta al Design Week, manifestazione dedicata al design e alla qualità della vita in città che si tiene, dal 9 al 14 Aprile, al Mad Mecenate Area Design di Milano.



Complementi arredo urbano: nasce pensilina fotovoltaica Tan Tien

martedì 9 aprile 2013

L'energia che fa risparmiare: Il fotovoltaico, dati interessanti

E’ stato presentato nei giorni scorsi, al Ministero dello Sviluppo economico, un rapporto sulle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. Il rapporto, presentato dall’Enea, risponde a diverse domande riguardo le detrazione del 55% chieste nel 2011.


Dal documento risulta che nell’anno preso in riferimento le domande presentate, per ottenere lo sgravio fiscale, sono state ben 280.700, per un valore complessivo degli importi portati in detrazione pari a più di 1.800 milioni di euro.  Questi interventi di riqualificazione hanno permesso di ottenere un risparmio energetico superiore a 1.435 Gwh/anno, che, riportati in termini ambientali, ha consentito una riduzione di CO2 emessa in atmosfera pari a 305 kt/anno. Se poi la si proietta alla data di chiusura per usufruire degli incentivi del Quinto Conto Energia, 30 giugno 2013, si ottengono risultati ancor più significativi. Secondo l’Enea, entro quella data, si potrà ottenere un risparmio energetico pari a quasi 10 mila Gwh/anno, con un beneficio ambientale, per quanto riguarda il CO2, di 2 mila kt/anno non emessi in atmosfera.


In una nota stampa dell’Enea, si apprende che l’incentivazione, nel quinquennio 2007-2011, per riqualificazione energetica totale o parziale del patrimonio edilizio nazionale è stata del 5,5% e che a beneficiare della detrazione del 55% è stato il 5% delle famiglie italiane. Questo dato è abbastanza positivo, nonostante una flessione del 30% delle pratiche d’incentivazione inviate. Sempre secondo l’Ente, la maggior parte delle pratiche presentate, circa il 59%, era riferita alla sostituzione degli infissi; la rimanenza riguardava la riconversione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti solari termici. Ciò conferma, grazie anche al sistema di incentivazione, come la diffusione delle fonti rinnovabili per l’edilizia, nel nostro Paese, abbia ottenuto un discreto successo.



L'energia che fa risparmiare: Il fotovoltaico, dati interessanti